Un parco, la primavera che rinasce, come la vita, la mia.
Dopo molti mesi, torno a guardare , dentro l’obiettivo, forse cerco un nuovo obiettivo.
Gioco a essere seria, gioco a recitare ciò che sono davvero.
Mi nascondo dietro la lente degli occhiali, mi specchio nel loro riflesso, mi mostro nella mia essenza.
Come un percorso di incoerenza che mi porta nel mio abisso di luce.
Sembrare ciò che sono, essere ciò che sembro.
C’è una mano complice, mi guida e la devo guidare, un click o un colpo di spazzola sono fine dello stesso viaggio.
C’è un’atmosfera silenziosa, un cinguettio portato dal vento, l’andare e il venire di ogni tormento, come il rumore del silenzio.
Ho una chioma nuova, con un nuovo taglio, con nuovi colori, sfumature di me, la trappola del petrolio, la libertà del mare, che si mescola nel blu.
Ieri dovevo iniziare un nuovo viaggio, sembrava un miraggio, oggi è già un itinerario, che punta dritto al domani.
Sto camminando, non me ne sono quasi accorta… Vado e vengo, dentro me stessa, come questo ciuffo, lo accarezzo, lo sposto.. Mi copre il viso, poi lo scopre… Talvolta mi protegge, ogni tanto lascia esplodere il mio sorriso, sono io che l’ho deciso.
Abbraccio la vita, ora che ho capito che non è finita, che è stata solo una fermata, per chiudere la ferita, la guardo ogni tanto, per ricordare che è da lei che sono ripartita, ma ora anche lei è una mia amica.
Accarezzo ancora i miei capelli, li amo e li vivo, come se ogni colpo di spazzola fosse un nuovo sentiero, dove vola, il mio nuovo pensiero.

 

 

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